Calcolo danno non patrimoniale: ecco quello che devi sapere
Hai bisogno di informazioni su cos’è e come si effettua il calcolo danno non patrimoniale?
Che tu abbia subito un torto e voglia essere legittimamente risarcito o più semplicemente stai preparando una tesi sperimentale giurisprudenza, dove dimostrare attraverso il metodo induttivo e deduttivo le ragioni della parte lesa, hai trovato la guida che fa per te.
In questo articolo, infatti, ti aiuteremo a fare chiarezza su cos’è il danno biologico, come il suo eventuale risarcimento viene regolamentato nel nostro ordinamento giuridico e affrontato nei tribunali. E poi, naturalmente, come si calcola il risarcimento danno non patrimoniale per ottenere la relativa liquidazione.
Vuoi sapere di più? Allora non perdere i prossimi paragrafi, perché entreremo pienamente nel merito della questione del calcolo danno non patrimoniale. Buona lettura.
Cos’è e come si calcola il danno non patrimoniale
Prima di andare a vedere come effettuare il calcolo danno non patrimoniale, è necessario fare un piccolo ma doveroso passo indietro e partire dalle basi. Occorre cioè intendersi su cosa si intende quando facciamo riferimento a questo genere di danno e quali casi possono rientrare in questa categoria. Andiamo a scoprirlo subito.
Cosa si intende per danno non patrimoniale
Quando si parla di un danno che non intacca il patrimonio, si fa generalmente riferimento a lesioni dell’integrità fisica e psichica della persona. Queste sono punibili ai sensi dell’art. 2059 del Codice Civile.
Si tratta dunque di danni biologici, oltre che di danni morali e materiali (o meglio fisici, per non confondere con il patrimonio). Ecco quattro classici casi esemplificativi:
- Modificazione dell’aspetto esteriore della persona che ne è vittima;
- Perdita della capacità sessuale e il danno psichico;
- Riduzione della capacità lavorativa;
- Danno tanatologico, ovvero quello che causa il decesso della vittima.
Il risarcimento danno biologico è a pieno titolo riconosciuto come uno dei diritti fondamentali del paziente. Le vittime possono essere risarcite a prescindere dalla loro reddito. Il calcolo danno non patrimoniale è regolata da una serie di norme, fra cui il decreto legislativo n. 38 del 23 febbraio 2000. Le casistiche, infatti, possono essere tante, dalla malasanità agli infortuni sul lavoro o agi incidenti stradali.
Quindi, in sintesi, possiamo affermare che quando non parliamo di calcolo danno patrimoniale, ci riferiamo a calcolo danno morale o biologico.
Inoltre, sempre secondo la legge italiana, il danno biologico può essere distinto tra:
- Danni micropermanenti
- Danni macropermanenti
Il calcolo danno biologico micropermanenti quello che riguarda le lesioni non superiori ai 9 punti di invalidità parziale. Mentre il danno biologico permanente della seconda categoria si riferisce ai danni che vanno oltre tale soglia. Il calcolo punti di invalidità è dunque determinante in questo senso.
Calcolo micropermanenti e macropermanenti
Fatta chiarezza sull’argomento e sviscerate tutte le doverose premesse sull’argomento, ora hai tutti gli strumenti che ti servono per comprendere meglio cos’è e come avviene tecnicamente il calcolo danno non patrimoniale. Andiamo dunque a scoprirlo insieme, distinguendo tra i diversi casi di cui abbiamo parlato finora.
In caso di danno permanente, l’importo per risarcimento danni biologici viene così calcolato:
- Crescente in relazione ad ogni punto percentuale di invalidità;
- Ridotto con il crescere dell’età del soggetto dello 0,5% per ogni anno, a partire dall’undicesimo anno di età.
Il danno biologico temporaneo, invece, prevede un importo fisso per ogni giorno di inabilità. Nel caso in cui si tratti di inabilità temporanea inferiore al 100%, la liquidazione del danno si basa sulla percentuale di inabilità riconosciuta per ciascun giorno.
Le lesioni vengono calcolate sulla base di specifiche tabelle danno biologico emanate dai tribunali. In tal senso, riveste un ruolo centrale la figura del medico legale. È lui infatti ad accertare l’entità del danno, tenendo in considerazione alcuni elementi quali:
- Entità e natura delle lesioni subite dalla vittima;
- Percentuale di invalidità permanente riscontrata;
- Durata dell’inabilità totale e parziale;
- Sussistenza di danni estetici;
- Congruità delle spese mediche sostenute e di quelle eventualmente da sostenere.
Dati determinanti per il calcolo danno non patrimoniale e l’assegnazione di un risarcimento.
Tabella punti invalidità incidente stradale
Uno dei casi più frequenti per cui si rende necessario il calcolo danno non patrimoniale.
Di seguito vedremo nel dettaglio tutte le tabelle delle menomazioni alla integrità psicofisica, comprese tra 1 e 9 punti di invalidità, utilizzate dai medici legali per valutare e quantificare i danni fisici di lieve e grave entità da incidente stradale, divisi per parti anatomiche.
Lesioni a capo e denti
Iniziamo con il calcolo danni non patrimoniali per danni alla testa o ai denti.
- Danni al capo: postumi soggettivi di trauma cranico commotivo eventualmente con frattura cranica semplice 2-4 punti; postumi di frattura del massiccio facciale o della mandibola con turbe disfunzionali di lieve grado 2-5 punti; esiti di fratture del condilo mandibolare con modeste alterazioni funzionali dell’articolazione temporo mandibolare 3-8 punti; sindrome vertiginosa periferica da asimmetria labirintica compensata, strumentalmente accertata 2-5; postumi di frattura delle ossa nasali e/o del setto fino alla stenosi nasale assoluta monolaterale con lieve alterazione del profilo nasale 2-6 punti; riduzione dell’olfatto fino alla perdita totale 8 punti; riduzione isolata del gusto fino alla perdita totale 5 punti; disturbo somatoforme indifferenziato lieve o disturbo dell’adattamento cronico lieve 5 punti.
- Lesioni dentarie: perdita di un incisivo centrale superiore 1.25 punti; incisivo laterale o un incisivo centrale inferiore 0.50 punti; canino 1.50 punti; primo premolare 0.75 punti; secondo premolare 0.75 punti; primo molare 1.25 punti; secondo molare 1 punto; terzo molare 0.50 punti.
Lesioni alla vista e alla schiena
Proseguiamo con i casi di calcolo danno non patrimoniale riguardanti lesioni oculari a seguito di incidenti stradali.
- Riduzione monolaterale del visus per lontano, con acuità visiva dell’altro occhio pari a 10/10: visus residuo 9/10 1 punto; 8/10 1 punto; Visus residuo 7/10 3 punti; 6/10 5 punti; 5/10 7 punti;
- Blefarospasmo, Lagoftalmo, Epifora, Ectropion, Entropion, obliterazione monolaterale delle vie lacrimali 5 punti;
- Necessità di fare uso di lenti correttive 3 punti.
Passiamo adesso alla colonna vertebrale dalla verticale al coccige.
- Danni rachide verticale: esiti dolorosi di frattura di un’apofisi o dello spigolo antero-superiore o antero-inferiore di una vertebra senza schiacciamento del corpo; a seconda della alterazione anatomica e/o della limitazione dei movimenti del capo 2-6 punti; esiti trauma minore del collo con persistente rachialgia e limitazione antalgica dei movimenti del capo 2 punti; trauma minore del collo con persistente rachialgia, limitazione antalgica dei movimenti del capo e con disturbi trofico-sensitivi radicolari strumentalmente accertati 2-4 punti.
- Lesioni rachide dorsale: esiti dolorosi di frattura da schiacciamento di un corpo vertebrale da D1 a D10 con residua cuneizzazione 4-6 punti; esiti anatomici di frattura dello spigolo antero-superiore o antero-inferiore di una vertebra dorsale senza schiacciamento del corpo 4 punti;
- Rachide lombare: esiti dolorosi di frattura di un’apofisi o dello spigolo antero-superiore o antero-inferiore di una vertebra senza schiacciamento del corpo, a seconda della alterazione anatomica e/o della limitazione del movimenti del tronco 2-6 punti; esiti di trauma minore del rachide lombare con persistente rachialgia e limitazione antalgica dei movimenti del tronco 2 punti; esiti di trauma minore del rachide lombare con persistente rachialgia, limitazione antalgica dei movimenti del tronco e con disturbi radicolari trofico sensitivi strumentalmente accertati 2-5 punti.
- Osso sacro e coccige: Esiti di frattura sacrale o coccigea malconsolidata con conseguente sindrome algico-disfunzionale 3-5 punti.
Arti superiori e inferiori
Per quanto riguarda il calcolo danno non patrimoniale riguardante menomazioni ad arti superiori come spalla, gomito, polso o mano o l’invalità micropermanente degli arti inferiori come anca, ginocchio, caviglia o piede si va dai 2 punti attribuiti ad esiti di frattura del II o III o IV metatarso o a esiti dolorosi di frattura diafisaria isolata di perone ben consolidata in assenza o con sfumata ripercussione funzionale, fino ai 9 punti per flessione possibile fino da 180 a 90 gradi del ginocchio.
Addome, bacino e torace
Concludiamo la guida Unicusano sul calcolo danno non patrimoniale con problemi relativi a torace, bacino e addome.
In questo caso il punteggio è rappresentato dagli 8 punti assegnabili per diastasi isolata della sinfisi pubica fino a 4 cm. Stesso punteggio per esiti di lesione epatica contusivo-emorragica e/o discontinuativa con funzionalità normale. Ma anche per la perdita di un testicolo o di un ovaio in età fertile.